Comunicato Stampa
Ballando con il nemico
La settimana dell'ESO dedicata a R Aquarii continua con l'immagine più nitida di questa stella ottenuta finora
12 Dicembre 2018
Durante le verifiche di un nuovo sottosistema del cacciatore di pianeti SPHERE, installato sul VLT (Very Large Telescope) dell'ESO, alcuni astronomi sono riusciti a catturare con una chiarezza senza precedenti - anche rispetto alle osservazioni di Hubble - dettagli drammatici della turbolenta relazione stellare nella binaria R Aquarii
Questa spettacolare immagine - la seconda puntata della settimana dell'ESO dedicata a R Aquarii - mostra dettagli intimi del drammatico duo stellare che forma la stella binaria R Aquarii. Sebbene la maggior parte delle stelle binarie siano legate tra loro in un garbato valzer condotto dalla gravità, la relazione tra le stelle di R Aquarii è molto meno serena. Nonostante le sue dimensioni minuscole, la più piccola delle due stelle in questa coppia sta estraendo costantemente il materiale dalla compagna morente: una gigante rossa.
Anni di osservazioni hanno portato alla luce la singolare storia della stella binaria R Aquarii, visibile al centro di questa immagine. La più grande delle due stelle, la gigante rossa, è un tipo di stella noto come variabile di tipo Mira. Alla fine della loro vita, queste stelle iniziano a pulsare, diventando 1000 volte più luminose del Sole, mentre i loro gusci esterni si espandono e vengono lanciati nel vuoto interstellare.
L'agonia di questa grande stella è di per sè drammatica, ma l'influenza della stella compagna, una nana bianca, trasforma questa affascinante situazione astronomica in un sinistro spettacolo cosmico. La nana bianca - che è più piccola, più densa e molto più calda della gigante rossa - strappa il materiale dagli strati esterni della compagna più grande. I getti di materiale stellare proiettati da questo gigante morente si vedono in questa immagine mentre sono espulsi verso l'esterno da R Aquarii.
Occasionalmente, una quantità sufficiente di materiale si accumula sulla superficie della nana bianca per innescare un'esplosione termonucleare di nova, un evento titanico che lancia una grande quantità di materiale nello spazio. I resti di nova avvenuti nel passato sono visibili nella tenue nebulosa di gas che si irradia da R Aquarii.
R Aquarii si trova a soli 650 anni luce dalla Terra - vicinissima in termini astronomici - ed è una delle stelle binarie simbiotiche più vicine alla Terra. In quanto tale, questa interessante binaria ha ricevuto particolare attenzione da parte degli astronomi per decenni. Fotografare la miriade di caratteristiche di R Aquarii era un modo perfetto per gli astronomi di testare le capacità del Polarimetro IMaging di Zurigo (ZIMPOL), uno dei componenti del cacciatore di pianeti SPHERE. I risultati hanno superato ciò che si ottiene con osservazioni dallo spazio - l'immagine mostrata qui è ancora più nitida rispetto alle osservazioni del famoso telescopio spaziale Hubble della NASA/ESA.
SPHERE è stato sviluppato in anni di studi e costruzioni proprio per essere dedicato a una delle aree più interessanti ed entusiasmanti dell'astronomia: la ricerca di esopianeti. Usando un sistema di ottica adattiva all'avanguardia e strumenti specializzati come ZIMPOL, SPHERE può raggiungere l'impresa impegnativa di produrre un'immagine diretta degli esopianeti. Tuttavia, le capacità di SPHERE non si limitano alla caccia agli sfuggenti esopianeti: lo strumento può anche essere usato per studiare una varietà di sorgenti astronomiche - come si può vedere da questa immagine affascinante delle caratteristiche peculiari di R Aquarii.
Ulteriori Informazioni
Questo lavoro è stato presentato nell'articolo “SPHERE / ZIMPOL observations of the symbiotic system R Aqr. I. Imaging of the stellar binary and the innermost jet clouds” di H.M. Schmid et. al, pubblicato dalla rivista Astronomy & Astrophysics.
L'equipe è composta da H. M. Schmid (ETH Zurich, Institute for Astronomy, Svizzera), A. Bazzon (ETH Zurich, Institute for Astronomy, Svizzera), J. Milli (European Southern Observatory), R. Roelfsema (NOVA Optical Infrared Instrumentation Group at ASTRON, Paesi Bassi), N. Engler (ETH Zurich, Institute for Astronomy, Svizzera) , D. Mouillet (Université Grenoble Alpes and CNRS, Francia), E. Lagadec (Université Côte d’Azur, Francia), E. Sissa (INAF e Dipartimento di Fisica e Astronomia “G. Galilei” Universitá di Padova, Italia), J.-F. Sauvage (Aix Marseille Univ, Francia), C. Ginski (Leiden Observatory and Anton Pannekoek Astronomical Institute, Paesi Bassi), A. Baruffolo (INAF), J.L. Beuzit (Université Grenoble Alpes and CNRS, Francia), A. Boccaletti (LESIA, Observatoire de Paris, Francia), A. J. Bohn (ETH Zurich, Institute for Astronomy, Svizzera), R. Claudi (INAF, Italia), A. Costille (Aix Marseille Univ, Francia), S. Desidera (INAF, Italia), K. Dohlen (Aix Marseille Univ, Francia), C. Dominik (Anton Pannekoek Astronomical Institute, Paesi Bassi), M. Feldt (Max-Planck-Institut für Astronomie, Germania), T. Fusco (ONERA, Francia), D. Gisler (Kiepenheuer-Institut für Sonnenphysik, Germania), J.H. Girard (European Southern Observatory), R. Gratton (INAF, Italia), T. Henning (Max-Planck-Institut für Astronomie, Germania), N. Hubin (European Southern Observatory), F. Joos (ETH Zurich, Institute for Astronomy, Svizzera), M. Kasper (European Southern Observatory), M. Langlois (Centre de Recherche Astrophysique de Lyon e Aix Marseille Univ, Francia), A. Pavlov (Max-Planck-Institut für Astronomie, Germania), J. Pragt (NOVA Optical Infrared Instrumentation Group at ASTRON, Paesi Bassi), P. Puget (Université Grenoble Alpes, Francia), S.P. Quanz (ETH Zurich, Institute for Astronomy, Svizzera), B. Salasnich (INAF, Italia), R. Siebenmorgen (European Southern Observatory), M. Stute (Simcorp GmbH, Germania), M. Suarez (European Southern Observatory), J. Szulagyi (ETH Zurich, Institute for Astronomy, Svizzera), C. Thalmann (ETH Zurich, Institute for Astronomy, Svizzera), M. Turatto (INAF, Italia), S. Udry (Geneva Observatory, Svizzera), A. Vigan (Aix Marseille Univ, France), e F. Wildi (Geneva Observatory, Svizzera).
L'ESO (European Southern Observatory, o Osservatorio Australe Europeo) è la principale organizzazione intergovernativa di Astronomia in Europa e di gran lunga l'osservatorio astronomico più produttivo al mondo. È sostenuto da 16 paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia, e Svizzera, oltre al paese che ospita l'ESO, il Cile e l'Australia come partner strategico. L'ESO svolge un ambizioso programma che si concentra sulla progettazione, costruzione e gestione di potenti strumenti astronomici da terra che consentano agli astronomi di realizzare importanti scoperte scientifiche. L'ESO ha anche un ruolo di punta nel promuovere e organizzare la cooperazione nella ricerca astronomica. L'ESO gestisce tre siti osservativi unici al mondo in Cile: La Silla, Paranal e Chajnantor. Sul Paranal, l'ESO gestisce il Very Large Telescope, osservatorio astronomico d'avanguardia nella banda visibile e due telescopi per survey. VISTA, il più grande telescopio per survey al mondo, lavora nella banda infrarossa mentre il VST (VLT Survey Telescope) è il più grande telescopio progettato appositamente per produrre survey del cielo in luce visibile. L'ESO è il partner principale di APEX e di ALMA, il più grande progetto astronomico esistente, sulla piana di Chajnantor. E sul Cerro Armazones, vicino al Paranal, l'ESO sta costruendo l'Extremely Large Telescope o ELT (significa Telescopio Estremamente Grande), un telescopio da 39 metri che diventerà "il più grande occhio del mondo rivolto al cielo".
La traduzione dall'inglese dei comunicati stampa dell'ESO è un servizio dalla Rete di Divulgazione Scientifica dell'ESO (ESON: ESO Science Outreach Network) composta da ricercatori e divulgatori scientifici da tutti gli Stati Membri dell'ESO e altri paesi. Il nodo italiano della rete ESON è gestito da Anna Wolter.
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Sul Comunicato Stampa
Comunicato Stampa N": | eso1840it |
Nome: | R Aquarii |
Tipo: | Milky Way : Star : Type : Variable |
Facility: | Very Large Telescope |
Instruments: | SPHERE |