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Red Dots: continua la ricerca in diretta di pianeti terrestri intorno a Proxima Centauri

L’ESO si unisce all’esperimento scientifico open notebook

19 Giugno 2017

Il team della campagna Pale Red Dot (Piccolo Punto Rosso), che l’anno scorso ha scoperto un pianeta intorno alla stella più vicina al nostro Sole (eso1629), sta riprendendo la ricerca di pianeti simili alla Terra e sta lanciando una nuova iniziativa. La campagna Red Dots seguirà gli astronomi mentre useranno il cacciatore di esopianeti dell’ESO per cercare pianeti intorno ad alcune delle stelle più vicine a noi: Proxima Centauri, la Stella di Barnard e Ross 154. L’ESO si è unito a questo esperimento di open notebook science, vale a dire scienza reale presentata in tempo reale, che permetterà al pubblico e alla comunità scientifica di accedere ai dati osservativi di Proxima Centauri nel momento stesso in cui si svolge la campagna.

Il team scientifico [1], guidato da Guillem Anglada-Escudé della Queen Mary University of London, acquisirà e analizzerà dati forniti dallo spettrografo HARPS (High Accuracy Radial velocity Planet Searcher) dell’ESO e da altri strumenti in tutto il mondo [2] per circa 90 notti. Le osservazioni fotometriche inizieranno il 15 giugno, mentre quelle spettrografiche il 21 giugno.

HARPS è uno spettrografo di estrema precisione e finora è il migliore cacciatore di esopianeti di massa piccola. Collegato al telescopio da 3,6 metri dell’ESO a La Silla, HARPS di notte cerca esopianeti, tentando di captare le più piccole oscillazioni nel moto delle stelle, generate dalla spinta di un esopianeta nella loro orbita. HARPS rileva anche movimenti più lenti, di soli 3,5 km/h, da trilioni di chilometri di distanza.

Tra le stelle scelte da Red Dots vi sarà Proxima Centauri, dato che gli scienziati sospettano che ci sia più di un pianeta terrestre nella sua orbita. Proxima Centauri è la stella più vicina al nostro Sole e dista solo 4,2 anni luce. Potrebbe essere uno dei posti migliori dove cercare forme di vita al di fuori del nostro Sistema Solare, tanto più che i nostri strumenti e tecnologie progrediscono.

Qualche mese fa, l’ESO ha annunciato un partenariato con Breakthrough Initiatives, per cercare di dimostrare l'idea di una nuova tecnologia che permetterà voli spaziali ultraleggeri e senza equipaggio al 20% della velocità della luce. Questi nanoveicoli potrebbero essere inviati verso tre stelle del sistema Alpha Centauri, di cui Proxima Centauri è quella più vicina al Sole.

Le altre due stelle osservate durante la campagna Red Dots saranno la Stella di Barnard, una nana rossa di massa piccola che dista circa 6 anni luce, e Ross 154, un’altra nana rossa, che dista 9,7 anni luce. La Stella di Barnard è famosa nella cultura fantascientifica ed è anche stata proposta per future missioni interstellari, come il progetto Daedalus.

Le osservazioni al telescopio saranno accompagnate da una campagna divulgativa supportata dall’ESO e dai suoi partner [3]. La campagna Pale Red Dot ha rivelato i metodi e le fasi del processo scientifico, ma i risultati sono stati presentati solo dopo un processo di peer review. Questa volta, i dati delle osservazioni di Proxima Centauri saranno rivelati, analizzati e discussi in tempo reale.

Collaborazioni tra professionisti e amatori e contributi da parte di cittadini e scienziati interessati saranno incoraggiati tramite i social network, un forum e mediante strumenti di supporto forniti dall’American Association of Variable Star Observers (AAVSO).

Tutte le osservazioni presentate in questo lasso di tempo naturalmente saranno solo introduttive e non devono essere usate o citate in riviste con referee. Il team non farà dichiarazioni conclusive, né tantomeno rivendicherà alcuna scoperta fino a che non verrà scritto un articolo adeguato, sottoposto a peer-review e accettato per la pubblicazione.

La campagna Red Dots terrà il pubblico informato tramite il sito web reddots.space, dove saranno postati aggiornamenti settimanali con articoli di supporto e momenti salienti della settimana, inclusi contributi degli utenti. Le conversazioni si terranno anche sulla pagina Facebook di Red Dots e sull’account Twitter di Red Dots Twitter usando l’hashtag #reddots.

Nessuno può dire con certezza quali saranno gli esiti di Red Dots. Dopo l’acquisizione dei dati e la loro analisi con la comunità, il team scientifico sottoporrà i risultati a peer-review. Se davvero verranno scoperti esopianeti intorno a queste stelle, l’Extremely Large Telescope dell’ESO, che dovrebbe vedere la luce nel 2024, dovrebbe essere in grado di immortalarli e di caratterizzare la loro atmosfera, un passo cruciale per la ricerca di prove dell’esistenza di forme di vita al di fuori del Sistema Solare.

Note

[1] Il team degli astronomi a capo delle osservazioni e della campagna di divulgazione è formato da: Guillem Anglada-Escudé, John Strachan, Richard P. Nelson, Harriet Brettle (Queen Mary University of London, Regno Unito), John Barnes (Open University, Regno Unito), Mikko Tuomi, Hugh R. A. Jones (University of Hertfordshire, Regno Unito), Cristina Rodríguez-Lopez, Eloy Rodriguez, Pedro J. Amado, María J. López-González, Nicolás Morales, José Luís Ortiz (Instituto de Astrofisica de Andalucia, Spagna), Enric Pallé, Victor J. Sanchez Bejar, Felipe Murgas (Instituto de Astrofísica de Canarias, Spagna), Ignasi Ribas, Enrique Herrero Casas (Institut de Ciències de l’Espai, Spagna), Ansgar Reiners, Mathias Zechmeister, Stefan Dreizler, Lev Tal-Or, Sandra Jeffers (University of Goettingen, Germania), Yiannis Tsapras (Astronomisches Rechen-Institut, University of Heidelberg, Germania), Rachel Street (LCOGT.net), James Jenkins, Zaira Modroño Berdiñas (Universidad de Chile, Cile), Aviv Ofir (Weizmann Institute, Israele), Julien Morin (Université de Montpellier e CNRS, Francia), Gavin Coleman (University of Bern, Svizzera).

[2] Gli strumenti usati durante la campagna Red Dots sono: HARPS/ESO in Cile (spettroscopia/misurazioni Doppler e altro) e un’ampia gamma di piccoli telescopi per il monitoraggio fotometrico, quali: Las Cumbres Global Observatory Telescope; SpaceObs ASH2 in Cile; Observatorio de Sierra Nevada, in Spagna; e Observatori Astronomic del Montsec, Spagna. Oltre ai nuovi dati, il team farà ampio uso delle osservazioni pubbliche delle tre stelle dagli archivi ESO (HARPS e UVES/VLT) e della survey fotometrica dell’ASAS.

[3] La campagna di divulgazione è coordinata dai membri del team scientifico con il supporto dei dipartimenti interessati dell’ESO, della Queen Mary University of London, dell’Instituto de Astrofisica de Andalucia/CSIC, dell’Universidad de Chile e della University of Goettingen.

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