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L'ESO firma l'accordo per la costruzione dei rivelatori per MOONS

Lo spettrografo di punta MOONS userà i più grandi rivelatori nel vicino infrarosso esistenti

20 Giugno 2016

L'ESO ha firmato un accordo con la Teledyne Scientific & Imaging [1] per la costruzione dei rivelatori per il nuovo strumento MOONS che verrà montato sul telescopio principale dell'ESO, il VLT (Very Large Telescope) a Cerro Paranal, Cile.

I rivelatori sono gli HAWAII-4RG e rappresentano la nuova generazione di rivelatori nel vicino infrarosso per l'astronomia. Ogni rivelatore avrà 16,7 milioni di pixel, ciacuno di 15 micrometri quadrati, il che li rende i più grandi rivelatori nel vicino infrarosso attualmente disponibili.

La tecnologia si basa su un lungo e fruttuoso patrimonio di rivelatori simili, ma più piccoli, che sono stati utilizzati ai telescopi dell'ESO per più di 10 anni. Ci si aspetta che questa nuova generazione di rivelatori mostri le stesse eccellenti prestazioni, e che sfrutti una maggiore area attiva.

I rivelatori rappresentano la fase finale della costruzione di uno strumento molto complesso chiamato MOONS, lo Spettrografo Multi-Oggetto nel Vicino-Infrarosso (Multi-Object Optical and Near-infrared Spectrograph). MOONS, progettato e costruito da un consorzio internazionale per conto dell'ESO [2], sarà dotato di quattro dei nuovi rivelatori quando verrà montato su uno dei quattro telescopi del VLT.

MOONS raccoglierà la luce (nell'intervallo che va dall'ottico al vicino infrarosso) proveniente da più oggetti allo stesso tempo, utilizzando fino a 1000 fibre ottiche per incanalare la luce di ogni oggetto e produrre spettri individuali separati. MOONS consentirà così agli astronomi di raccogliere spettri di oggetti nell'intero campo di vista del VLT (un diametro di 25 arcominuti) in una singola osservazione.

Le potenzialità nell'infrarosso di MOONS consentiranno agli astronomi di studiare l'Universo lontano, e le regioni altamente oscurate del rigonfiamento centrale (bulge) della Via Lattea. Lo strumento osserverà le stelle all'interno della nostra galassia fino a una distanza di circa 40 000 anni luce, consentendo agli astronomi di creare una mappa tridimensionale della galassia stessa [3] e fornirà gli strumenti necessari per studiare la formazione e l'evoluzione delle galassia per gran parte della storia dell'Universo.

Note

[1] La Teledyne Scientific & Imaging è leader tecnologico nei dispositivi semiconduttori composti ad alte prestazioni e nei circuiti integrati, materiali ceramici e funzionali, efficienti algoritmi di elaborazione delle informazioni in tempo reale, sensori ottici e montaggi.

[2] Il progetto MOONS mette insieme scienziati e ingegneri in un consorzio guidato dallo UK Science and Technology Facilities Council’s UK Astronomy Technology Centre, Royal Observatory, Edinburgo; e include IA – Instituto de Astrofísica e Ciências do Espaço, Lisbona, Portogallo; GEPI, Observatoire de Paris, Francia; Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) con i suoi centri a Firenze, Bologna, Milano e Roma, Italia; AIUC,Centre for Astro-Engineering, Pontificia Universidad Católica de Chile, Santiago del Cile; Cavendish Laboratory e Institute of Astronomy, University of Cambridge, Regno Unito; ETH Zürich, Institute for Astronomy, Svizzera; la University of Geneva, through its Astronomical Observatory, Sauverny, Svizzera e l'ESO.

[3] Questo processo di mappatura è particolarmente difficile perchè la Terra si trova all'interno del disco della Via Lattea, quindi è un po' come provare a descrivere una foresta standoci dentro.

Links

Contatti

Peter Hammersley
ESO, MOONS Project Manager
Garching bei München, Germany
Tel: +49 89 3200 6772
Email: phammers@eso.org

Richard Hook
ESO, Public Information Officer
Garching bei München, Germany
Tel: +49 89 3200 6655
Cell: +49 151 1537 3591
Email: rhook@eso.org

Riguardo all'annuncio

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Immagini

Uno dei nuovi rivelatori di MOONS
Uno dei nuovi rivelatori di MOONS